Torna in scena Silvia Conti, cantautrice toscana passata alle cronache nazionali per quel Festival di Sanremo del 1985 e poi recentemente tornata sotto i riflettori con un nuovo bellissimo disco “A piedi nudi (psichedeliche ipnotiche nudità)” pubblicato da RadiciMusic e ampiamente accolto dalla critica.
Ma Silvia Conti oggi è anche una blueswoman, di quel sapore fatto di antiche tradizioni, in cui scrivere e suonare significava un certo modo di stare al mondo prima ancora che celebrare un genere musicale. Oggi storia di questo nuovo singolo è “L'incrocio del diavolo”, trama che inevitabilmente rimanda al mito di Robert Johnson e che anticipa il nuovo lavoro della cantautrice toscana.
Tornare al blues per Silvia Conti significa riconoscersi prima ancora che farsi riconoscere.
Nel brano troviamo immancabile la chitarra elettrica e l'armonica di Roberto “Bob” Mangione ma anche Tiziano Mazzoni alla chitarra acustica, Fabrizio Morganti alla batteria, Lorenzo Forti al basso, Lele Fontana al pianoforte/hammond, Claudio Giovagnoli (ex Funk Off) al Sax e l'altrettanto immancabile produzione firmata da Gianfilippo Boni presso il Paso Doble Studio.
In direzione ostinata e contraria, lontana da logiche commerciali, fuori dal main stream... ma tutto questo con grande personalità e quella coscienza pulita che significa anche vivere una scelta precisa di esistenza artistica... in quest'epoca davvero poco blues fatto solo di effimera apparizione di tutti.
Giulio Berghella
Ma Silvia Conti oggi è anche una blueswoman, di quel sapore fatto di antiche tradizioni, in cui scrivere e suonare significava un certo modo di stare al mondo prima ancora che celebrare un genere musicale. Oggi storia di questo nuovo singolo è “L'incrocio del diavolo”, trama che inevitabilmente rimanda al mito di Robert Johnson e che anticipa il nuovo lavoro della cantautrice toscana.
Tornare al blues per Silvia Conti significa riconoscersi prima ancora che farsi riconoscere.
Nel brano troviamo immancabile la chitarra elettrica e l'armonica di Roberto “Bob” Mangione ma anche Tiziano Mazzoni alla chitarra acustica, Fabrizio Morganti alla batteria, Lorenzo Forti al basso, Lele Fontana al pianoforte/hammond, Claudio Giovagnoli (ex Funk Off) al Sax e l'altrettanto immancabile produzione firmata da Gianfilippo Boni presso il Paso Doble Studio.
In direzione ostinata e contraria, lontana da logiche commerciali, fuori dal main stream... ma tutto questo con grande personalità e quella coscienza pulita che significa anche vivere una scelta precisa di esistenza artistica... in quest'epoca davvero poco blues fatto solo di effimera apparizione di tutti.
Giulio Berghella
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