Matilde (al secolo Matilde Rosati) studia pianoforte e canto fin da piccola, iniziando a scrivere le prime canzoni a 21 anni. Nel 2016 frequenta i corsi di tecnica vocale, pianoforte e jazz performing al College of Fine Arts della Boston University, da cui emerge la sua grande passione per la musica. Nello stesso periodo al Berklee College of Music frequenta la Masterclass Improvisational tools in Gospel and Soul Music. Rientrata in Italia si laurea in Giurisprudenza con una tesi - guarda caso - sui “Diritti musicali nell’era delle nuove tecnologie informatiche e della società dell’informazione”. Tutta la sua vita, fino ad oggi, sa di musica.
Negli anni successivi si esibisce in vari contesti, esplorando diversi generi musicali fino a decidere di dedicarsi interamente al pop e al cantautorato. Conosce Marco Falagiani al quale fa ascoltare alcune composizioni e, suscitando il suo interesse, inizia insieme a lui un percorso con l’obiettivo di approfondire gli aspetti di scrittura musicale e le tecniche di arrangiamento.
Matilde si può tranquillamente definire un’artista completa, impegnata socialmente e appassionata della musica come della vita, col dono non comune di riuscire a trascinare l’ascoltatore nella profondità della sua voce.
Un avatar di noi, una canzone virata elettropop che potrebbe anche essere una scena di un film della nouvelle vague. Un pomeriggio di nebbia. All’improvviso il silenzio è squarciato da un canto sofferto, viscerale e liberatorio, mentre la nebbia si posa su un amore e pian piano lo dissolve. Succede così, quando si crede di amare qualcuno ma lo si vuole diverso, senza lasciargli la libertà di esprimersi ma riconducendolo con sottile egoismo a schemi fissi e stereotipati. E il risultato finale ha il sapore di un fallimento sul quale si può ripartire la colpa.
La storia che tu vuoi è un avatar di noi...
Saverio Costantini