Con il nuovo singolo "Watlas", Uccen Watlas chiude il cerchio di un percorso musicale iniziato mesi fa, sigillando con il suo stesso nome artistico l'ultimo capitolo di nove brani che hanno ridefinito i confini tra tradizione marocchina e avanguardia elettronica.
"Watlas" – che riprende il nome dell'artista, derivato dal termine berbero per "atlante" – è un ritorno alle origini e uno sguardo verso l'orizzonte. Dopo "Wahia", che invitava all'apertura e alla connessione, questo finale abbraccia tutto: i ritmi ancestrali del Nordafrica, le texture elettroniche dei club europei, e quella dimensione spirituale che ha sempre caratterizzato il suo sound.
Il brano si sviluppa attraverso percussioni stratificate, synth che evocano deserti e montagne, e una progressione ipnotica che culmina in un crescendo quasi cerimoniale. Con "Watlas", Uccen Watlas conferma la sua visione: un'elettronica che non dimentica da dove viene e sa esattamente dove vuole andare.
Ilaria Bencivenga
"Watlas" – che riprende il nome dell'artista, derivato dal termine berbero per "atlante" – è un ritorno alle origini e uno sguardo verso l'orizzonte. Dopo "Wahia", che invitava all'apertura e alla connessione, questo finale abbraccia tutto: i ritmi ancestrali del Nordafrica, le texture elettroniche dei club europei, e quella dimensione spirituale che ha sempre caratterizzato il suo sound.
Il brano si sviluppa attraverso percussioni stratificate, synth che evocano deserti e montagne, e una progressione ipnotica che culmina in un crescendo quasi cerimoniale. Con "Watlas", Uccen Watlas conferma la sua visione: un'elettronica che non dimentica da dove viene e sa esattamente dove vuole andare.
Ilaria Bencivenga
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