Michele Camillò torna in radio con il nuovo singolo “Afghanistan”, il brano non è solo il titolo di una canzone, è un simbolo universale, un richiamo che Michele Camillò lancia al mondo intero.
Un brano intenso e viscerale che va oltre la geografia e oltre la cronaca, per farsi portavoce di un messaggio di pace, di consapevolezza e di ribellione contro ogni forma di guerra.
Con parole dirette e vibranti, Camillò denuncia l’assurdità di conflitti decisi da pochi potenti, ma pagati da milioni di innocenti. La sua voce si fa eco delle vittime silenziose, di coloro che subiscono senza colpa le conseguenze di decisioni egoistiche e lontane.
“Afghanistan” è anche una critica al sistema mediatico che, giorno dopo giorno, racconta solo una parte della verità. Le guerre di Siria, Ucraina, Palestina, Afghanistan e di tanti altri luoghi dimenticati, vengono filtrate e manipolate da chi controlla l’informazione, restituendo una visione parziale, distorta e funzionale a chi detiene il potere.
Ma il cuore pulsante del brano non è solo la denuncia sociale: Michele Camillò ci conduce in profondità, dentro noi stessi. Perché la prima vera guerra nasce nell’animo umano. I conflitti interiori, la rabbia repressa, i demoni personali diventano scintille che possono incendiare i rapporti quotidiani e quando appartengono a chi governa, trasformarsi in conflitti globali. La guerra fuori è il riflesso della guerra dentro.
Latlantide Promotions
Un brano intenso e viscerale che va oltre la geografia e oltre la cronaca, per farsi portavoce di un messaggio di pace, di consapevolezza e di ribellione contro ogni forma di guerra.
Con parole dirette e vibranti, Camillò denuncia l’assurdità di conflitti decisi da pochi potenti, ma pagati da milioni di innocenti. La sua voce si fa eco delle vittime silenziose, di coloro che subiscono senza colpa le conseguenze di decisioni egoistiche e lontane.
“Afghanistan” è anche una critica al sistema mediatico che, giorno dopo giorno, racconta solo una parte della verità. Le guerre di Siria, Ucraina, Palestina, Afghanistan e di tanti altri luoghi dimenticati, vengono filtrate e manipolate da chi controlla l’informazione, restituendo una visione parziale, distorta e funzionale a chi detiene il potere.
Ma il cuore pulsante del brano non è solo la denuncia sociale: Michele Camillò ci conduce in profondità, dentro noi stessi. Perché la prima vera guerra nasce nell’animo umano. I conflitti interiori, la rabbia repressa, i demoni personali diventano scintille che possono incendiare i rapporti quotidiani e quando appartengono a chi governa, trasformarsi in conflitti globali. La guerra fuori è il riflesso della guerra dentro.
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