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Autori: Alessandro Nelson Garofalo, Rosario Castagnola
Etichetta:
Genere: Pop
Nelson è autore di tutti i brani contenuti nel suo album di esordio, "Robin Hood", di cui "La musica è di tutti" è il primo estratto. La particolarità della musica di Nelson risiede nella combinazione di due elementi fondamentali, la cura della parte letteraria, perfettamente in linea con la scuola cantautorale italiana e una scelta musicale orientata al rock tipico degli anni '70. L'alchimia risulta riuscita fin dal primo ascolto e i brani contengono in sé la caratteristica non frequente di avere un forte impatto radiofonico.

Nelson sembra divertirsi a spiazzare l'ascoltatore ad ogni nuova traccia dell'album, perchè sebbene ci sia un filo conduttore comune che lega musicalmente le canzoni, in ogni brano troveremo una nuova ricerca musicale, giri di accordi sempre diversi, e temi che spaziano dalla rabbia ribelle espressa in chiave ironica ( come nel "La musica è di tutti" o in "Robin Hood") al più intimistico ancoraggio sentimentale ( "Ciao Parigi" e "Santo in vita").

Nelson si esibisce nei locali della sua città con una formazione molto ben assortita e ben collaudata nel tempo e il disco si avvale di partecipazioni musicali di tutto rispetto. La produzione artistica del cantautore è infatti curata da Rosario Castagnola, produttore di respiro internazionale in vetta alle classifiche francesi con Ilona Mitrecey e nell'esecuzione dei brani è presente la mano destra di Diego Leanza, chitarrista e rocker già al fianco di grandi nomi della musica italiana come Renato Zero, Franco Califano e Audio 2. “La musica è di tutti” punta il dito contro la disinvoltura con la quale viene ignorata o a volte addirittura derisa la cultura della legalità.

Portando l'ascoltatore con riferimenti sia musicali che letterari in un'atmosfera tipica degli anni 70, la canzone pone l'accento sul parallelismo tra due generazioni differenti, sottolinenando il fatto che il progresso tecnologico non è stato accompagnato da un reale miglioramento delle condizioni sociali ed economiche, bensi da un progressivo declino in materia di diritti per le generazioni successive. "La musica è di tutti" è in realtà un amaro ed ironico slogan, che nasconde in sé la rivelazione della trappola mediatica grazie alla quale i pochi "padroni della musica" impongono sempre meno possibiltà di scelte musicali.

Giorgio Cipressi