Face Like a Frog
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I giovani trevigiani Novalisi esordiscono a fine Ottobre con “Per Versi Soli”, da loro espressamente descritto come un concept sulla solitudine: un album composto di 10 compatti brani ispirati al miglior rock indipendente italiano degli ultimi vent’anni – con un debito evidente verso nomi ormai classici come Marlene Kuntz, Afterhours e Giardini di Mirò – ma a tratti anche a lezioni più recenti, come quella emo-core dei Gazebo Penguins. Il piatto sonico si arricchisce di solide melodie (il primo singolo “Aemme”), aperture post-rock (“Surf Su Sangue”), malinconici scorci shoegaze (l’ipnotica “The Clocks”) e di una sensibilità lirica che racconta l’aspra esperienza della solitudine in modo lieve: un vissuto acerbo che scatena l’immaginazione quasi naturalista nella morbida ma potente “Il soffitto da qui”, l’urgente consapevolezza acquisita con fatica descritta nell’intensa ballad di sapore moltheniano “Quello che rimane”, ansie in procinto di esplodere in nichilismi diaristici, come nella asciutta e marziale “Sbagli”.

Attivo ormai da quattro anni, il trio composto da Michele Catto al basso e dai fratelli Lisotto (Davide alla voce ed Enrico alla batteria) giunge ora a questo esordio licenziato dalla collaborazione tra Face Like a Frog e Matteite. L’album – prodotto da Matteo Dainese (Il Cane, Dejligt, Il Moro e il Quasi Biondo, Meathead, Ulan Bator, Here), che ha supervisionato gli arrangiamenti e ha collaborato in fase di registrazione con Enrico Berto (Sick Tamburo, Amari) – è stato registrato tra il Mushroom Studio di Frisanco (PN) e la sala prove del gruppo a Meduna di Livenza (TV) e missato al Mushroom Studio.

Rossana Savino