FENICE DI FUOCO
Tiziana Scimone
Fuori il 20 GIUGNO
il brano finalista al Premio Internazionale “Donne d'Amore” 2025
Fa il bis, Tiziana Scimone - vocal coach, songwriter, soul voice, specializzata in cantoterapia e musicoterapia – finalista per due anni di fila al Premio Internazionale “Donne d'Autore” dedicato all'universo femminile.
Nel 2024 con il brano d'esordio “Il lamento del mare”, nato per i Migranti approdati sulle coste di Roccella Jonica e capace di fondere la lingua araba al dialetto calabrese e già inserito nella raccolta di poesie “Parole in Fuga”di Aletti Editore e, quest'anno, con l'inedita “Fenice di Fuoco”.
pre-add: https://lnk.to/FenicediFuoco
“Fenice di Fuoco” celebra il percorso di una donna che si riscopre attraverso le sue fragilità e le sue forze: <<Come la fenice, lei non ha avuto paura di bruciare>>.
Ha attraversato il fuoco delle prove, delle ferite che sembravano marchi a vita, delle notti in cui il suo cuore era cenere spenta. Poi, un giorno, ha smesso di chiedersi “perché proprio io?” e ha iniziato a domandarsi “cosa posso fare di me, ora?”.


Nelle sue cicatrici - Tiziana, come la Fenice protagonista del brano - ha trovato mappe per nuove rotte. 
Nello specchio, invece di difetti, ha visto storie: rughe come fiumi di esperienza, occhi che brillano di battaglie vinte.
Riscopre così, quel sano egoismo che aveva dimenticato, mettendo davanti gli altri e tralasciando se stessa: <<Il “sano egoismo” non è una corazza, ma un atto rivoluzionario.
Dire “basta” a chi voleva divorare la sua luce. Dire “sì” a ciò che la fa sentire viva, anche se non piace a tutti. Imparare che amarsi non è vanità, ma il primo patto sacro con se stessi.
Ora cammina più leggera, perché ha lasciato cadere i pesi che non erano suoi: le aspettative degli altri, il bisogno di giustificarsi, la paura di deludere.

Vive non come eroina, ma come architetta della sua gioia: sceglie, sbaglia, ride, protegge il suo tempo come un tesoro. Sa che essere completa non significa essere perfetta, ma intera. La sua rinascita non è un finale, è un inno>>.
“Fenice di Fuoco” ricorda a ogni donna che dalle proprie ceneri — anche quelle più oscure — si può volare via con ali fatte di verità e coraggio.
Perché nessuno può rubarle la libertà di essere finalmente, ferocemente, se stessa.
Engine Records
Tiziana Scimone
Fuori il 20 GIUGNO
il brano finalista al Premio Internazionale “Donne d'Amore” 2025
Fa il bis, Tiziana Scimone - vocal coach, songwriter, soul voice, specializzata in cantoterapia e musicoterapia – finalista per due anni di fila al Premio Internazionale “Donne d'Autore” dedicato all'universo femminile.
Nel 2024 con il brano d'esordio “Il lamento del mare”, nato per i Migranti approdati sulle coste di Roccella Jonica e capace di fondere la lingua araba al dialetto calabrese e già inserito nella raccolta di poesie “Parole in Fuga”di Aletti Editore e, quest'anno, con l'inedita “Fenice di Fuoco”.
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“Fenice di Fuoco” celebra il percorso di una donna che si riscopre attraverso le sue fragilità e le sue forze: <<Come la fenice, lei non ha avuto paura di bruciare>>.
Ha attraversato il fuoco delle prove, delle ferite che sembravano marchi a vita, delle notti in cui il suo cuore era cenere spenta. Poi, un giorno, ha smesso di chiedersi “perché proprio io?” e ha iniziato a domandarsi “cosa posso fare di me, ora?”.


Nelle sue cicatrici - Tiziana, come la Fenice protagonista del brano - ha trovato mappe per nuove rotte. 
Nello specchio, invece di difetti, ha visto storie: rughe come fiumi di esperienza, occhi che brillano di battaglie vinte.
Riscopre così, quel sano egoismo che aveva dimenticato, mettendo davanti gli altri e tralasciando se stessa: <<Il “sano egoismo” non è una corazza, ma un atto rivoluzionario.
Dire “basta” a chi voleva divorare la sua luce. Dire “sì” a ciò che la fa sentire viva, anche se non piace a tutti. Imparare che amarsi non è vanità, ma il primo patto sacro con se stessi.
Ora cammina più leggera, perché ha lasciato cadere i pesi che non erano suoi: le aspettative degli altri, il bisogno di giustificarsi, la paura di deludere.

Vive non come eroina, ma come architetta della sua gioia: sceglie, sbaglia, ride, protegge il suo tempo come un tesoro. Sa che essere completa non significa essere perfetta, ma intera. La sua rinascita non è un finale, è un inno>>.
“Fenice di Fuoco” ricorda a ogni donna che dalle proprie ceneri — anche quelle più oscure — si può volare via con ali fatte di verità e coraggio.
Perché nessuno può rubarle la libertà di essere finalmente, ferocemente, se stessa.
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