Il pensiero di Eugenio
"Ho scritto questo brano dal titolo “Questione meridionale” (prendendo a prestito la famosa espressione coniata al parlamento di Torino appena avvenuta l’Unità) perché, a pensarci e a riguardare queste mie ultime composizioni e il percorso che tanti anni fa ho iniziato, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare a Musicanova a Taranta Power, di “questione meridionale” si è sempre trattato.
I miei maestri sono gente anonima di un profondo sud, i personaggi che racconto sono i briganti di una storia negata,le voci e gli strumenti sono espressione di un sud ancora più profondo che viene dal Mediterraneo e dall’Africa, madre di tutte le leggende, e giunge oggi in Italia con i nuovi flussi migratori della storia.
Penso che al di là della facile retorica il sud in musica sia un concetto reale e concreto, e deriva da una differenza profonda tra la musica di consumo e la musica che nasce e vive nel contatto diretto tra la gente, al di fuori dalla logica del mercato.
In questo senso le feste che oggi esplodono anche in Italia e coinvolgono migliaia di ragazzi, le scuole di taranta che nascono in tutte le città, i tamburi e le chitarre battenti che gli artigiani illuminati riprendono a costruire e a vendere, la fioritura di nuovi artisti che scrivono nei loro dialetti e con i loro ritmi tradizionali, sono tutte facce di un imprevedibile ritorno, in positivo, di una creativa questione meridionale che ha a che fare con un modo nuovo di vedere la musica ed il futuro."
Elena De Vito