“My Religion” è il nuovo singolo di Nana Motobi, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 21 febbraio e in promozione radiofonica nazionale dal 25 aprile. Il brano apre il suo nuovo EP, "Ability", e si impone fin da subito come un vero e proprio manifesto artistico e spirituale. Per l’artista, la musica non è solo passione, ma vera religione: la DAW è il suo libro sacro, ogni canzone un capitolo, ogni verso una preghiera. Il brano si sviluppa secondo una struttura B-A-B-A-B, pensata per coinvolgere fin dai primi secondi e adattarsi ai tempi rapidi dell’ascolto digitale. L’andamento è lineare ma magnetico, alternando strofe e ritornelli incisivi, con un bridge che spezza il ritmo e aggiunge profondità.
Dal punto di vista produttivo, “My Religion” è un esercizio di essenzialità. Registrato nello studio personale dell’artista in Mozambico, il brano si costruisce su elementi minimali ma potenti: batterie one-shot, pad sintetici leggeri, basso elettrico suonato da Nene Bass e una chitarra elettrica che disegna la melodia portante. L’arrangiamento essenziale valorizza ogni suono, lasciando spazio all’emozione.
Il messaggio è potente: così come una religione parla direttamente al cuore, anche la musica di Nana aspira a raggiungere l’essenza, evitando il superfluo. La produzione riflette un equilibrio raro tra tecnologia e umanità, tra innovazione e autenticità.
“My Religion” è anche un ponte tra culture. Masterizzato tra il Mozambico e l’Italia — nello studio in montagna a Lagolo — il brano fonde l’energia dell’Oceano Indiano con la profondità delle Alpi italiane. Questa fusione transcontinentale si riflette nel sound e nel concept.
Il videoclip, girato al Museo di Mafalala a Maputo, arricchisce il messaggio del brano. Luogo simbolo della cultura e della storia politica mozambicana, il museo fa da sfondo a un’esplorazione visiva sul rapporto tra radici e futuro. Come afferma l’artista, “la tecnologia è parte del nostro presente, ma le radici sono ciò che ci dà forma”. “My Religion” non è solo una canzone, ma una dichiarazione d’intenti. Una preghiera laica, digitale e universale.
Giulio Berghella