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Authors: Giulio D'angelo, Alessandro Buono
Type: Pop
È disponibile dal 16 maggio su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica “Dimmi cos’è”, il nuovo singolo del cantautore napoletano Gangel, progetto musicale di Giulio D’Angelo. Un brano sad pop di rara intensità, nato nella notte del solstizio d’estate del 2021, in seguito a un episodio di derealizzazione vissuto in prima persona dall’artista dopo un attacco di panico.

“Dimmi cos’è” è un flusso emotivo intimo e disarmante, che trova la sua forza nella vulnerabilità. Il pezzo è stato composto al pianoforte mentre l’artista era ancora immerso nell’emozione originaria. L’arrangiamento, scarno ed essenziale, accompagna e amplifica un testo diretto, sincero, mai edulcorato, capace di restituire con precisione quel senso di distacco e disorientamento che spesso accompagna gli stati dissociativi.

Gangel dimostra una sensibilità fuori dal comune, trasformando il dolore personale in un’opera universale, capace di parlare a chiunque abbia vissuto momenti di smarrimento o si sia sentito alienato rispetto alla realtà circostante. L’originalità del progetto non risiede solo nei temi affrontati, ma anche in un approccio musicale del tutto personale, costruito negli anni senza una formazione accademica, ma con costanza, dedizione e un’urgenza espressiva autentica.

Giulio D’Angelo, in arte Gangel, è nato a Napoli. Si avvicina alla musica a 16 anni, in un momento particolarmente difficile della sua vita, trovando in essa un rifugio e una forma di salvezza. Completamente autodidatta, sviluppa un gusto melodico marcato e riconoscibile, lavorando su ogni dettaglio dei suoi brani. Ha pubblicato i primi singoli: “Luna Rossa”, “Mezzanotte” e ora “Dimmi cos’è”, un trittico che già delinea chiaramente l’identità sonora ed emotiva del progetto Gangel.

Con “Dimmi cos’è”, Gangel continua a percorrere una strada coerente, sincera e profondamente umana, restituendo attraverso la musica le fragilità e le forze di una generazione che cerca ancora di dare un nome al proprio sentire.

Giulio Berghella