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Brano straniero
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Autori: Matt Berninger, Sean O&apos, Brien
Etichetta: Universal
Genere: Rock
MATT BERNINGER, FRONTMAN DEI THE NATIONAL,

ANNUNCIA IL SECONDO ALBUM DA SOLISTA

"Bonnet of Pins" è il primo singolo tratto da


GET SUNK IN USCITA IL 30 MAGGIO SU BOOK/CONCORD RECORDS


Matt Berninger, frontman e paroliere dei The National, presenta il suo secondo album solista, Get Sunk, in uscita il 30 maggio per l’etichetta Book/Concord Records.

Berninger ha lavorato al progetto con il produttore e sound engineer vincitore del Grammy Award Sean O'Brien, che ha anche collaborato alla scrittura di molte delle canzoni. Con il suo ricco paesaggio sonoro e i testi intensi ed emozionanti, Get Sunk è una testimonianza dell'arte di Berninger e della sua capacità di catturare le complessità dell'esperienza umana. Il suo mondo musicale si è sviluppato anche grazie l'aiuto di numerosi musicisti e amici tra cui Meg Duffy (Hand Habits), Julia Laws (Ronboy), Kyle Resnick (The National, Beirut), Garret Lang, Sterling Laws, Booker T Jones, Harrison Whitford, Mike Brewer e Walter Martin e Paul Maroon dei The Walkmen. La maggior parte di loro ha lavorato insieme a Berninger e O'Brien in uno studio a Silverlake, CA.

Il primo singolo di Get Sunk, "Bonnet of Pins", mette in luce l'abilità di Berninger nella scrittura, l’attenzione ai piccoli dettagli che rendono tutto palpabile. Ci sono sigarette e bicchieri di plastica colmi di "cocktail Nabokov", incomprensioni e sofferenza. È un promemoria del fatto che il dolore può anche essere divertente.

I progetti di Matt Berninger con i The National sono noti per le narrazioni contemplative in cui i personaggi “sbirciano oltre il bordo del dirupo”. L’artista è sempre stato schietto riguardo alle sue insidie ​​mentali ed emotive. "I nostri cuori sono come vecchi pozzi pieni di penny e vermi", spiega. "Non resisto e scendo in fondo al mio, per vedere cos'altro c'è. Ma a volte puoi rimanere incastrato".

“Nel 2020, ha attraversato un lungo periodo di blocco dello scrittore e di intensa avversione e disapprovazione verso sé stesso. Mi sono semplicemente stancato di chiedermi 'Perché sono così?'" Per Berninger, l'identità è amorfa, in continua evoluzione e si estende oltre l'individualità. Questa è la forza trainante del suo secondo album da solista. Sott'acqua, tutto si muove a rallentatore e Berninger ha intravisto la sua voce creativa scivolare via. Ma a volte dobbiamo annegare per ricordare come respirare. Get Sunk è l'inspirazione, che porta in superficie la consapevolezza.

Serpentine Prison, il debutto solista di Berninger definito "gorgeous" dalla rivista Rolling Stone, è uscito all'inizio del 2020, prodotto dal leggendario Booker T. Jones. Il nuovo album non è necessariamente autobiografico, il narratore sta elaborando come è diventato sé stesso. Berninger sa esattamente cosa significhi scoraggiarsi e Get Sunk ce lo mostra. Si tratta di rendersi conto che non sei te stesso senza gli altri: genitori, amici, fratelli, coniugi ed ex, compagni di stanza al college, migliori amici d'infanzia, cugini, figli e persino sconosciuti.
Ispirato dalla natura che circonda la sua nuova casa nel Connecticut dopo anni vissuti a Los Angeles, Berninger ha scritto testi, disegnato su palle da baseball e recuperato oggetti impolverati nel suo fienile trasformandoli in strane e surreali opere d'arte. È stato bello creare e capire perché ama ciò che fa e afferma "Sono riuscito a ottenere l'immagine sfocata il più vicino possibile a quella giusta per me". Il punto non è che l'immagine sia completamente a fuoco; è essere felici di riuscire a comprendere quello che vedi.

Berninger ha anche annunciato le date in Nord America e UK a supporto di Get Sunk, che inizierà il 19 maggio al The Showbox di Seattle e riprenderà il 22 agosto a Dublino, Irlanda. Durante il tour, sarà supportato dalla band che ha registrato Get Sunk, tra cui Ronboy (Julia Laws) che aprirà gli spettacoli. Una prevendita riservata ai membri per il fan club Cherry Tree dei The National inizierà a partire da domani, mentre per il restante pubblico da venerdì 14 marzo.

Raffaella Leva