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Authors: Paolo Audino
Type: Pop
Guardare la vita dentro agli occhi senza volere a tutti i costi attribuirgli un senso, perché l’esistenza stessa lo racchiude. Dunque puntare dritti alla sostanza, liberandosi dalle sovrastrutture, anche quelle mentali che ci vengono imposte o che senza volere, per retaggio, ci imponiamo noi stessi restando talvolta irrimediabilmente delusi dal nostro agire.

Questa è l’esortazione di “Pane”, un invito ad andare avanti a testa bassa dal momento che si è vivi, malgrado gli ostacoli e le asprezze, le false aspettative, cercando l’incanto come lo stupore di un bambino di fronte al semplice spettacolo della natura: gli uccellini che si accontentano di un po’ di pane e che librandosi grati e liberi nel cielo, restituiscono la gioia delle piccole cose a chi li guarda.

“Pane” inteso come necessità primaria, il companatico, ossia tutto il resto del cibo è solamente di contorno: nelle Sacre scritture è narrato che agli Israeliti affamati, durante le loro peregrinazioni nel deserto, il Signore facendola scendere dal cielo, donò la manna, una sostanza che “sapeva di pane e miele”, come a dire questo è il cibo di cui nutrirti, questo è l’essenziale; non a caso col tempo, è stata usata per indicare un nutrimento divino, spirituale, salvifico. E’ inutile ostinarsi a cercare qualcosa che non val la pena di trovare, incaponirsi per raggiungere degli obiettivi che probabilmente non ci acquieteranno, quando un uccellino che ci chiede delle molliche di pane, può farci scoprire in un mattina di aprile, che non è niente tutto ciò che ci avvilisce, che possiamo lasciarci curare dalle meraviglie che la vita ci offre con generosità, senza chiedere nulla in cambio, e che “il nostro mondo”, la società “non ti ha ancora fregato/e se non ti hanno pagato/ti viene solo voglia di gridare/vale molto di più/una giornata di sole /un uccellino che/ viene a chiedere/pane…” e un po’ di pane, gli basterà.

Francesco Falzarano