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Authors: Giovanni Truppi, Pacifico, Marco Buccelli, Niccolò Contessa, Giovanni Pallotti
Label:
Type: Pop
“TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA”
è la canzone che
GIOVANNI TRUPPI
porta alla 72esima edizione del FESTIVAL DI SANREMO


Giovanni Truppi partecipa al Festival di Sanremo 2022, per la prima volta nella sua carriera, con il brano TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA.

Alla vigilia della sua prima esibizione Giovanni ha ricevuto due importanti riconoscimenti: "Il Premio Lunezia per Sanremo 2022" per il brano Tuo padre, mia madre, Lucia "Componimento raffinato e originale, dotato di peculiarità proprie che lo differenziano dalle ordinarie narrazioni di storie d’amore e la Targa MEI come Miglior Artista Indipendente "perché rappresenta in pieno, sia per i suoi testi che per lo stile musicale che per il suo percorso artistico, la linea della musica indipendente italiana, quella capace di crescere piano piano nel rapporto con i palchi e con il pubblico, sempre piu’ grandi e sempre piu’ ampi, mantenendo intatta la propria integrita’ artistica delle origini".

“Tuo padre, mia madre, Lucia è una dichiarazione d’amore, forse la più compiuta che Truppi abbia mai creato. Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori - Marco Buccelli e Giovanni Pallotti - insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana - Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa (I Cani) - il brano è prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi. È la prima volta che Giovanni ha collaborato un gruppo di lavoro così esteso: il nucleo del brano, nato quasi di getto dalle riflessioni del cantautore campano, è stato coltivato in modo profondo e condiviso tra tutti gli autori del pezzo.

TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA condensa le caratteristiche di scrittura di Giovanni, la sua inconfondibile capacità di fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione.

Primo brano del cantautore a vedere la luce dopo due anni complicati - per TRUPPI come per tutti - “TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA” parla di scegliersi anche nei momenti difficili della vita e delle relazioni, e approfondisce il modo di vivere un rapporto in età adulta.

GIOVANNI TRUPPI dice di TUO PADRE, MIA MADRE, LUCIA: "è una dichiarazione d’amore in inverno... Credo che questa stagione mi venga in mente in relazione alla canzone perché è il momento dell’anno più in sintonia con le sue atmosfere e per il sentimento di cui si parla, che è di quelli che rimangono in piedi anche alla fine di una - metaforica - tempesta di neve, un momento in cui la vita è più aspra e resistono solo le cose forti. Il punto di osservazione è quello dell’età adulta: sia io che Gino e Niccoló non siamo più dei ragazzi e credo che queste parole siano arrivate perché, pur avendo età diverse, tutti e tre abbiamo varcato una soglia. Scegliere una persona vuol dire, nel momento in cui la scelta si fa, prenderla tutta e a prescindere da tutto, perché si sta immaginando il futuro insieme a lei. Questo è l’amore di cui volevamo parlare, che poi è quello delle promesse che si scambiano gli sposi. Infine la dimensione “adulta”, “pubblica” (perché essere adulti vuol dire anche esporsi al mondo esterno) arriva fino all’affollato titolo del brano, dove i personaggi sembrano tre ma in realtà sono ben cinque perché questo padre, questa madre e questa Lucia (che è il nome di mia figlia) sono solo spettatori di una storia e non esisterebbero nemmeno senza i suoi veri protagonisti: i due componenti di una coppia”.

Il 4 febbraio, nella serata delle cover, Giovanni Truppi canterà sul palco dell'Ariston “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André insieme a Vinicio Capossela.

“Tuo padre, mia madre, Lucia” verrà poi accompagnata, il 4 febbraio 2022, dalla pubblicazione di una raccolta intitolata “Tutto l'universo”, un ritratto d'artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore.

BIO GIOVANNI TRUPPI
Classe 1981, napoletano, Giovanni Truppi nella sua carriera ha pubblicato cinque dischi, di cui quattro di inediti: C’è un me dentro di me (2009), Il mondo è come te lo metti in testa (2013), GIOVANNI TRUPPI (2015), la raccolta Solopiano (2017) e Poesia e civiltà (2019), indicato tra i migliori dischi dell’anno dai principali media italiani e francesi.
Il suo ultimo lavoro è 5 (2020), un Ep di cinque tracce che raccoglie collaborazioni con Calcutta, Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista, Niccolò Fabi e Dario Brunori accompagnato da un libro di storie a fumetti edito da Coconino Press.
Chitarrista e pianista, in concerto utilizza un pianoforte di sua ideazione ottenuto modificando un piano verticale: uno strumento di dimensioni inferiori allo standard, smontabile, ed elettrificato tramite una serie di pick-up che gli permettono di amplificarlo.
Truppi è uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, capace di affiancare vicende autobiografiche ad analisi filosofiche e sociali, affrontando frontalmente l’alto e il basso, la poesia e la politica, l’amore e il sesso, Dio e gli uomini. Quello che negli anni ha tratteggiato con la sua musica è un universo imperfetto e sincero, sfaccettato, capace di scavare a fondo nei sentimenti e di specchiare insicurezze e debolezze tanto intime quanto collettive.
Sin dagli esordi ha coltivato una scrittura musicale varia capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore che, unita a un'inventiva metrica unica e brillante, gli ha fatto riscuotere ottimi consensi di pubblico (complice anche la sua presenza scenica magnetica) e stampa, italiana e anche estera (Le Monde ha lodato il suo ultimo album "Poesia e Civiltà", disco che gli ha fatto vincere il premio PIMI come miglior artista indipendente dell’anno dal MEI “per la sua capacità di rinnovare la canzone d’autore”). Nel 2021 ha anche scritto il suo primo libro, "L'avventura" (La Nave di Teseo).

Testo di: Giovanni Truppi, Pacifico, Niccolò Contessa, Marco Buccelli Musica di: Marco Buccelli, Giovanni Truppi, Giovanni Pallotti

Quando ti ho incontrata per la prima volta
ad una cena di sconosciuti in un bar di Torino senza pensarci, d’istinto, ti ho guardato la mano per vedere se fossi sposata.
Brillano le teste e scintillano le stelle
corrono corrono corrono, gli occhi si chiudono gli attimi cadono dimmi se sei triste, dove andiamo, che ci faccio qui.
...o siamo sempre stati qui?
E quando le cose tra di noi non vanno lisce e sono malinconico o preoccupato
ripenso a quel momento e mi fido di lui,
e anche se a volte litighiamo solo per la paura di metterci a letto lo so che per quello che vogliamo fare noi un per cento
è amore e tutto il resto è stringere i denti.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me
che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

E adesso che conosco anche la tua amarezza
e il buio senza parole in cui sei nuda di rabbia
io ti volevo dire che la mia anima ti vuole
ed il mio cuore pure
e che le mie fantasie si scaldano al pensiero del tuo fiato.

Brillano le teste e scintillano le stelle
toccami la faccia e non farmi fare niente stringimi più forte e fammi dire un’altra volta sì.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me
che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

Amore mio, per vivere facciamo mille cose stupide
lo sai, per sopravvivere, semplifichiamo il più possibile. Ma cosa c’è di semplice?
Amore mio
che ridere.

E se domani tuo padre, mia madre o Lucia
ascolteranno queste parole
si chiederanno, come mi chiedo anch’io, se questo è un amore risponderò come rispondo anche a me
che
amarti è credere che
che quello che sarò sarà con te.

Sto camminando verso di te
ti vedo all’incrocio, mi fermo a guardarti
e aspetto l’attimo in cui
ti girerai e mi sorriderai vedendomi arrivare.

Stefano Fontana