IL FATTORE POP X
Molti si chiedono cosa sia POP X. Questo strano mostro a più teste che sta dividendo diametralmente le opinioni del pubblico è in parte musica, in parte fenomeno sociale e in parte altro ancora. Affascina e indigna. Sfugge e provoca. È davvero musica? Uno statement artistico? È goliardia?
POP X è il progetto musicale di un ragazzo di Trento, Davide Panizza. Un carrozzone vario di umanità colorata che sembra un caleidoscopio. Il kitsch, il linguaggio da social network, l'estetica vintage, Gabry Ponte, le vecchie suonerie, l'ironia esasperata, la malinconia, la voglia di tenerezza: c'è di tutto e di più in questo strano progetto musicale (e non solo). Impossibile definire tanto estro creativo in maniera uniforme.
Il suo ultimo album, "Lesbianitj", sta teletrasportando POP X verso la dimensione di un vero e proprio culto, grazie a grandi intuizioni melodiche e recuperi di sonorità trash anni Novanta. Può solleticare ragionamenti sul nonsense studiato, il frullato di luoghi comuni del linguaggio giovane, lo svuotamento e il riutilizzo di insulti, la risata come estrema valorizzazione dell'essere. C'è o ci fa? Non lo sappiamo nemmeno noi. Quello che sappiamo è che non possiamo più farne a meno. E, da oggi, nemmeno voi.
Stefano Predolin
Molti si chiedono cosa sia POP X. Questo strano mostro a più teste che sta dividendo diametralmente le opinioni del pubblico è in parte musica, in parte fenomeno sociale e in parte altro ancora. Affascina e indigna. Sfugge e provoca. È davvero musica? Uno statement artistico? È goliardia?
POP X è il progetto musicale di un ragazzo di Trento, Davide Panizza. Un carrozzone vario di umanità colorata che sembra un caleidoscopio. Il kitsch, il linguaggio da social network, l'estetica vintage, Gabry Ponte, le vecchie suonerie, l'ironia esasperata, la malinconia, la voglia di tenerezza: c'è di tutto e di più in questo strano progetto musicale (e non solo). Impossibile definire tanto estro creativo in maniera uniforme.
Il suo ultimo album, "Lesbianitj", sta teletrasportando POP X verso la dimensione di un vero e proprio culto, grazie a grandi intuizioni melodiche e recuperi di sonorità trash anni Novanta. Può solleticare ragionamenti sul nonsense studiato, il frullato di luoghi comuni del linguaggio giovane, lo svuotamento e il riutilizzo di insulti, la risata come estrema valorizzazione dell'essere. C'è o ci fa? Non lo sappiamo nemmeno noi. Quello che sappiamo è che non possiamo più farne a meno. E, da oggi, nemmeno voi.
Stefano Predolin
Radio
×