Originale, autentico e graffiante, Mezzanotte, dopo aver conquistato ascoltatori e addetti ai lavori con l’emozionalità della sua voce in “Lockdown nel petto”, torna in radio e nei digital store con “Verità” (ADA Music Italy), un energico viaggio oltre lo spazio-tempo tra gli ingranaggi del cuore.
Nitido ritratto di una storia turbolenta vissuta sul filo del rasoio, il brano analizza una serie di giochi di ruolo in cui immedesimarsi per portare in scena, sul palco della vita, dinamiche relazionali intermittenti, in bilico tra la consueta evoluzione di un rapporto a due ed il timore di mostrare, a se stessi prima e all’altro poi, il vero volto del proprio cuore, le intenzioni più autentiche generate dal sentire profondo della propria anima.
Un susseguirsi di azioni e stallo, di dinamismo e inerzia, capace di riflette perfettamente in musica una generazione, la Z, che fatica a mettersi a nudo di fronte a sentimenti ed emozioni, abituata troppo spesso dai Media, dalle convenzioni sociali e più in generale dal mondo adulto, a celare dietro maschere satinate e corazze fittizie la sua vera essenza, le sue reali intenzioni.
Incastri e liriche, egregiamente interpretati dalla sensibilità comunicativa di Mezzanotte, dipingono un inseguimento emotivo da cui i protagonisti traggono inizialmente un effimero piacere, ma che, sul lungo periodo, li porta a smarrirsi tra i sentieri interiori da loro stessi tracciati, tra i loro stessi battiti, silenziati da un meccanismo di difesa che non collima tanto con l’orgoglio, quanto più con l’abitudine, difficile da scardinare, di anteporre l’armatura al suo contenuto, la parvenza, alla sostanza.
«"Verità" – dichiara l’artista - è un viaggio in un tempo futuristico in cui un ragazzo racconta la relazione turbolenta vissuta con la ragazza di cui è innamorato. La storia tra i due è tenuta a galla da giochi di ruolo: lei cerca sempre di andare in luoghi dove sa di trovarlo e lui, quando si incontrano, si mostra indifferente per valutare i suoi atteggiamenti. Nel bel mezzo della canzone, però, si assiste ad un cambiamento, dettato dalla non comprensione tra i due. Nella prima strofa, infatti, lui si definisce come la persona buona, dipingendo lei come Meryl Streep ne “Il Diavolo veste Prada”, mentre, nella seconda, i ruoli vengono invertiti: lui si definisce il male, l'errore di Paganini nel “Violinista del Diavolo” e rappresenta lei come la sua salvezza, un po’ come se fosse l’esorcista dei demoni che si porta dentro. Tra una strofa e l’altra c'è la parte più vera, l'evoluzione di una conoscenza».
Avvolto da un frizzante abito sonoro, volutamente frammentato all’attacco e mutevole, quasi rapsodico, fino all’epilogo, “Verità” riconferma l’incisività della cifra stilistica di Mezzanotte, evidenziandone non soltanto tecnica e padronanza vocale, ma anche una notevole e personalissima abilità comunicativa, in grado di sovvertire gli schemi per dar vita a riflessioni e nuove prospettive.
Elisa Aura Serrani