LUCA BARBAROSSA
IN GARA AL 68SIMO FESTIVAL DI SANREMO
CON "PASSAME ER SALE
La canzone racconta l’amore di una vita attraverso il linguaggio e i gesti quotidiani
Alla sua nona partecipazione sanremese, Luca Barbarossa propone Passame er sale, una ballad in romano che racconta un amore lungo una vita.
Passame er sale è una canzone d’amore ma non di innamoramento, canzone su un amore che dura negli anni, con caparbietà e dedizione (“se semo amati, feriti, traditi e accarezzati […]se semo persi inseguiti impauriti e in lacrime riconquistati”). Gli alti e bassi del rapporto di coppia sono scanditi da piccoli gesti quotidiani che nel testo diventano allusioni ad altrettante forme che il sentimento che lega la coppia ha assunto nel tempo: “passame er sale er sale fa male/[…] passame er vino lo mischio col sangue”. La lingua scelta per questa narrazione - il romano –è la lingua della quotidianità e dell’intimità familiare.
In Passame er sale la ricerca sonora esce dai confini della canzone dialettale ispirandosi ad atmosfere cinematografiche e alla migliore canzone d’autore internazionale: L. Cohen, T. Waits, J. Cash. Il calore e il colore musicali sono quelli latini, suoni acustici e morbidi che non tradiscono mai la radice italiana da cui provengono.
Una canzone la cui poeticità si è già fatta notare dagli organizzatori del Premio Lunezia, che hanno riconosciuto Passame er sale come migliore testo della sessantottesima edizione del Festival di Sanremo "per quell'artistico senso di riscatto nei confronti della Canzone Romana, densa di gloria e di seminali personalità, che per la prima volta ottiene pregio e considerazione al Festival di Sanremo" come spiega Dario Salvatori, membro della commissione Lunezia.
Il 9 febbraio 2018, in concomitanza con la partecipazione al Festival, esce per Margutta ‘86/Sony Music Entertainment l’album di inediti Roma è de tutti. Nell’intero progetto discografico Luca Barbarossa utilizza la lingua parlata per le strade della Capitale per narrare storie di quartiere e per questo universali. Qui il romano è soprattutto la lingua dell’intimità familiare e domestica, la lingua dell’anima; un italiano sporcato da accento locale, una parlata e un orizzonte sociale e umano che ritraggono una città che è soprattutto uno stato d’animo.
“Roma è de tutti” di Luca Barbarossa
Nell’album di inediti in uscita il 9 febbraio il romano si fa lingua universale
In Roma è de tutti Luca Barbarossa utilizza la lingua parlata per le strade della Capitale per narrare storie di quartiere e – per questo – universali: il nuovo album di inediti in uscita il 9 febbraio 2018 per Margutta ‘86/Sony Music è pubblicato in concomitanza con la partecipazione dell’artista al festival sanremese.
Questo disco, interamente scritto da lui stesso, è un lavoro artigianale nel quale il romano suona come una pigrizia mentale, un italiano sporcato da accento locale, una parlata e un orizzonte sociale e umano che ritraggono una città che è soprattutto uno stato d’animo. Qui il romano è soprattutto la lingua dell’intimità familiare e domestica, la lingua dell’anima; una parlata che, perfettamente comprensibile nel significato, svela quella indolente e sorniona amarezza caratteriale che contraddistingue “chi romano è o si sente”.
Luca mostra il suo sguardo sulla città attraverso scorci di vita, storie quotidiane e universali, i cui protagonisti vengono svelati nella title track – un duetto con Fiorella Mannoia: “Roma è un paese ma co mijoni de perzone […] Roma è de tutti, de li scienziati e de li ignoranti / de chi va in chiesa e de chi smadonna tutti li santi”, alludendo così anche ai diversi temi e linguaggi che compongono questo quadro. La quotidianità nella vita familiare è un tema ricorrente che appare già nella ballad che apre l’album, Passame er sale, canzone di amore ma non di innamoramento, canzone su un amore che dura negli anni, con caparbietà e dedizione (“se semo amati, feriti, traditi e accarezzarti […]se semo persi inseguiti impauriti e in lacrime riconquistati”); i piccoli gesti citati nel testo diventano allusioni ad altrettante forme che questo sentimento ha assunto nel tempo: “passame er sale er sale fa male/[…] passame er vino lo mischio col sangue”; con Passame er sale Luca è in gara al Festival della Canzone Italiana di Sanremo2018, sua nona partecipazione al festival. Il disco si chiude come in un cerchio con un’altra canzone dalle atmosfere domestiche, Lallabbai, una ninna nanna ispirata alle note di ‘Lullaby’ di J. Brahms.
La cifra ironica è invece quella che contraddistingue decisamente canzoni come La dieta, La pennica e La mota: la prima descrive con cura – quasi con voluttà - alcuni piatti tipici della tradizione gastronomica romana, per svelare poi, ritornello dopo ritornello, che la dieta non è una scelta salutista quanto piuttosto la conseguenza dell’inappetenza derivata dalla rottura di una storia (“a vive senza te nun c’ho più fame”). È pur vero che La pennica è “na tradizione ch’è romana”, ma che si chiami pennica, pisolino o siesta, ritorna in tante culture in cui ognuno ha impresso nel dna la consapevolezza che il mondo può girare anche senza di noi. La mota descrive una gran passione motociclistica vissuta con una spavalderia tra il guitto (“beata la pischella che me sposa”) e il furfante (“L’ho comprata, l’ho truccata, l’ho cromata”; “supero a destra vado a zizzag”).
Quelli raccontati in Madur e Se penso a te sono ambienti sociali duri nelle periferie del mondo: in Madur – morte accidentale di un romano, Barbarossa in duetto con Alessandro Mannarino racconta la vicenda di un ragazzo di colore aggredito e ucciso da un ‘branco’ in una stazione della metropolitana: “m’hanno detto negro / torna ndo sei nato …ma io so nato qua so de centocelle”; perché “ancora va giranno chi vo la razza pura….ma Roma è fatta apposta pe’ mischià la gente/nisuno è più romano de chi romano ce se sente”. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è assolutamente non casuale. Il tempo ritorna, ma con una immobilità dalla valenza tragica, in Se penso a te, storia di un carcerato, suicida a Regina Coeli.
Le chiacchiere inutili, le domande che non aspettano risposte e l’inflazione di tuttologismi sono al centro di Tutti fenomeni e Come stai.
Roma è una città complessa, difficile starci ma difficile allontanarsi, come nel bellissimo testo scritto anni orsono a quattro mani con Luigi Magni e che finalmente trova voce in Via da Roma.
Track list ROMA È DE TUTTI
1 PASSAME ER SALE
2 COME STAI
3 LA DIETA
4 ROMA È DE TUTTI feat. Fiorella Mannoia
5 SE PENSO A TE
6 LA PENNICA
7 MADUR (Morte Accidentale Di Un Romano) feat. Mannarino
8 TUTTI FENOMENI
9 VIA DA ROMA
10 LA MOTA
11 LALLABBAI
Tutte le canzoni sono di Luca Barbarossa tranne Via da Roma (L.Magni-L.Barbarossa) e Lallabbai liberamente tratta da ‘Lullaby’ OP 49 No 4 di J. Brahms.
Marco Stanzani