Esce venerdì 24 giugno
“End Song”
il primo singolo tratto da “Here from there” album d’esordio degli
Stanton And The Seasons
(disponibile su tutte le piattaforme digitali e streaming)
La canzone, firmata Stanton/Baxter, è stata scritta nell’estate del 2018, durante i giorni felici e spensierati di un’estate trascorsa in Valle d’Itria (Puglia), immersi nella natura, tra bambini che giocavano liberi e gioiosi, cicale assordanti nelle vampe della controra e chitarre sospese nella luce del tramonto. Eppure, “End song” sembra essere nata in questi giorni carichi di angoscia per il destino del mondo. Solo qualche anno fa nessuno avrebbe potuto lontanamente immaginare che ben presto saremmo stati sconvolti da eventi terribili e che nulla sarebbe stato più come prima. Era una visione distopica e profetica? Oppure una maniera inconscia di esorcizzare paure inconfessate? Forse né l’una né l’altra cosa. Forse, più semplicemente, era il bisogno di far sbocciare un fiore in giorni neri, perché arriva sempre, per chiunque, un momento in cui si ha la sensazione di sfiorare il ciglio del burrone, di avvicinarsi all’abisso. E, allora, eccola una canzone per i giorni della fine, una musica di speranza: “ending only to start again”.
Dal punto di vista musicale, “End song” intreccia due differenti linee melodiche, attraversate da un lieve tocco lirico. Tutto ruota intorno al pianoforte, unico strumento che non scompare mai e che conferisce alla canzone il colore della nostalgia, mentre la dinamica si intensifica strofa dopo strofa, come una consapevolezza che si fortifica: “walking through the end days children growing the same”. L’inciso, che in miniatura sembra quasi una canzone nella canzone, resta sospeso sul tappeto volante degli archi.
Registrata dal vivo con minime sovraincisioni presso Sorriso Studios di Bari a cura del produttore Tommy Cavalieri, “End song” ha una sonorità che guarda al passato senza tuttavia risultare nostalgica e imitativa. La canzone si arricchisce di un arrangiamento per archi ideato e realizzato dal Mo Davide Viterbo.
Il video che accompagna la release, girato dal giovane regista Giacomo Scoditti, vede Stanton & the Seasons “walking through the end days”, da qualche parte in mezzo al nulla.
Stanton & the Seasons è un gruppo anglo-italiano (meglio, anglo-barese). L’attuale organico si è configurato nel 2019, ma è composto da musicisti che in realtà si conoscono e suonano insieme da più di vent’anni, in diverse formazioni. Il giusto equilibrio, evidentemente, si raggiunge solo col tempo, come col vino.
A parte il batterista neolaureato in Fisica, tutti gli altri componenti del gruppo non sono più giovanissimi. Questo è uno degli aspetti che connota la band in maniera originale, in controtendenza con quanto solitamente accade nella attuale scena musicale, dove vincono la giovinezza, la velocità, l’estemporaneità, la precarietà, l’esteriorità, il “tutto e subito”: la musica di S&S ha l’ambizione di cercare l’intensità non in un fuoco che arde impetuoso e si consuma in breve, bensì in un fuoco che scalda e non si consuma, che resta nel tempo, nella continuità, nella lunga durata.
La band è molto radicata nella realtà urbana di Bari (Madonnella, quartiere multietnico affacciato sul mare, è lo scenario delle loro vite e delle loro creazioni musicali), ma è portata a volgere lo sguardo verso la scena internazionale. La musica di S&S, infatti, è influenzata dalla grande tradizione della canzone d’autore e, come le stagioni, ha dentro di sé molti colori: rock, soul, cosmic country, psichedelia. Tuttavia resta unitaria, con un’impronta riconoscibile.
S&S amano suonare (e registrare) live perché il fulcro del loro sound è il groove, quella sintonia sonora che si crea soltanto quando si suona insieme. Le tracce prevedono poche, mirate sovraincisioni, proprio per non disperdere la spontaneità e l’espressività della performance live.
La band
Ian Stanton – voce e chitarre
Martin Baxter – tastiere
Marcello Laricchia – basso
Gabriele Milella – batteria
Paolo Fioretti – chitarre
Sorriso Edizioni Musicali