ATTILA E IL TROPICAL URBAN DI “ROSE E OMBRELLI”
Dal 31 luglio il singolo “Rose e Ombrelli” di ATTILA è in tutte le piattaforme digitali e nelle radio italiane per ASIAN FAKE
Con il singolo “Rose e Ombrelli”, disponibile dal 31 luglio in tutti i digital store e nelle radio italiane, ATTILA entra nel roster di Asian Fake, portando il suo romantico pop esotico sulla scena musicale di questa incredibile estate italiana 2020.
Prodotto da Big Joe, Keynoise, Peter Bass, il nuovo progetto dell’artista salentino radicato a Milano rappresenta una miscela di contaminazioni internazionali. Tropical urban è solo un tentativo linguistico per individuare un genere, anzi un luogo di appartenenza sul mappamondo musicale per ATTILA. E non è un’utopia, ma un crocevia possibile di strade e culture sonore.
Milano come Los Angeles, Londra e Miami. Milano come i Caraibi, anche se l’acqua del Naviglio è dolce. La commistione culturale è cosa da metropoli, centri di scambio, fusione e condivisione. ATTILA incarna questa miscela. Se fosse uno scorcio di città, sarebbe una pianta tropicale cresciuta dall’asfalto. L’attitudine, il suono, la scrittura: tutto fa pensare a qualcosa che arriva da lontano e che però troviamo già nei club, sulla dance hall che consigliamo agli amici. In questo preciso momento storico in cui Koffee vince ai Grammy con il suo patwa giamaicano su tappeti melodici e Burna Boy porta l’Africa al Coachella, Milano gioca tutte le sue carte in regola per muoversi in questo assurdo esperanto di musica, con ATTILA portabandiera.
Nella canzone “Rose e Ombrelli” si rovescia il destino del tempo perso verso un senso leggero, in levare. E così, tra le banalità dette e fatte tanto per ammazzare il caldo in una Milano vuota, quello che può salvare dall’annaspare nella noia è proprio la musica. In un attimo la canzone spicca un salto e tele-trasporta altrove, dal sapore di mare, rosato e ricci di mare. Poi ne fa un altro e incastona nel verso più importante una promessa romantica, ispirata a un misterioso incantesimo urbano: “Ti porto dove i bangla portano gli ombrelli e li trasformano in rose”.
Raffaella Tenaglia