Futura Dischi
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RADIO DATE
Autores: Stefano Bruno, Luca D’Agostino
Etiqueta: Futura Dischi
Tipo: Pop
Scirocco - Per Non Scomparire
Out 24 dicembre 2021
IG _ https://www.instagram.com/scirocco.wav/
Spotify: https://open.spotify.com/artist/6rSroltNzD3uvsggcHSEHx?si=DW956ZWlTH6Im1PtGYp_cw

Credits
Eseguito da: Scirocco (Luca D'Agostino)
Scritto da: Luca D'Agostino
Composto da: Stefano Bruno; Luca D'Agostino

LABEL & MANAGEMENT: Futura Dischi futuradischi@gmail.com
EDIZIONI: Futura Dischi / Peermusic Italy
ART & CREATIVE DIRECTION: Afraid Studio
DISTRIBUITO DA: Epic Records Italy / Sony Music Italy

Bio
Scirocco è il vento. Scirocco è nel mezzo di una relazione conflittuale con le onde: le accarezza ma vuole domarle. Classe '99 dalla provincia di Napoli, Luca D'Agostino nasce musicalmente come colonnista per cortometraggi per poi iniziare a pubblicare le sue canzoni. Scirocco è un cantautore dalla fortissima vena Pop. Il singolo MINE, gli vale la prima copertina ufficiale Spotify ( Scuola Indie ) e l'inserimento in New Music Friday e in Indie Italia e la permanenza per dieci giorni nella Viral - 50 in Italia. Nei successivi brani prosegue il suo percorso fatto di conferme discografiche. 'Per non scomparire' è il quarto singolo edito da Futura Dischi, anch'esso su Indie Italia.
Descrizione brano
Una canzone che parla di canzone: velata, sommessa dedica alla forza motrice della musica. All'interno di una cornice narrativa acronica, perchè sconnesso è il processo di composizione, quella musicale, attorno a cui il senso logico del brano gravita, l'attività produttiva legata alla musica s'interseca con i fatti della vita, da cui germina l'ispirazione. E così, l'arte nasce dai bambini che giocano a rompersi le ossa, dalle cicche nella cenere, dalla voglia di gridare, dal rumorifico vuoto acustico dei luoghi che prima risuonavano costantemente, dalla domata inarrestabilità del mondo. Un pop costellato di venature rock che emergono dai giri di chitarra elettrica e che accompagnano il ritornello e contribuiscono ad intensificare un grido controverso d'amore per la musica, che nel suo percorso, dall'emittente al destinatario, si permea degli elementi della vita di cui la musica stessa è composta, e in cui la musica stessa si mescida per crearsi, sopravvivere, e per non scomparire.

Testo
Ho visto l'inferno che poggiava sopra le tue guance
E vendicava una buona volta quei tuoi occhi maledetti
Un saluto a tutte quelle cose che non hai scelto
Quelle giuste, quelle vere, quelle mai perfette
Che sono sempre le più belle
Perché le cose che non lasciano segni sulla pelle
Sanno solo toccare senza mai restare
Ed è bello quando resti anche se resti male
Nei sedili posteriori delle macchine che affollano le strade
Abbiamo perso un po' la voglia di uscire a guardarci morire
Dentro le cose che ci fanno respirare anche se respiriamo male
Ci siamo rotti come pezzi di vetro, di niente
Sopra i marciapiedi rotti
Non ho mai smesso di cercarti
Nel tempo che ho sprecato a dirti
Che forse non siamo sbagliati
E nel rumore delle disco abbandonate
Ci siamo accesi come fari sopra le autostrade
Dentro la voce rotta che non sa gridare
Mi hai regalato le parole per non scomparire
Per non scomparire

Nella notte fra le macchine e la tangenziale
Dimmi ti è venuta mai la voglia di gridare
Che siamo tutti come gomme masticate e poi lasciate a fare l'ombra sulle strade
È meglio cadere oppure atterrare male
È meglio amare senza amare oppure odiare con il cuore
È meglio non morire mai o vivere per sempre
Meglio morire di tutto o morire di niente
Fra le cicche nella cenere e le vene sulla fronte
Molla tutto e sali sulle punte
Balla un lento che corre
Come il tempo che stringe
Come il vuoto che vince
Nel tempo che ho sprecato a dirti
Che in fondo non siamo sbagliati

E nel rumore delle disco abbandonate
Ci siamo accesi come fari sopra le autostrade
Dentro la voce rotta che non sa gridare
Mi hai regalato le parole per non scomparire
Per non scomparire
Valeva sempre la pena restare a casa
Con la testa sui tasti e le dita su
Mentre gli altri giocavano a rompersi le ossa
Tu mi medicavi come solo tu
Valeva sempre la pena restare a casa
Con la testa sui tasti e le dita su
Mentre gli altri giocavano a rompersi le ossa
Tu mi medicavi come solo tu

Valentina Spada