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Spin-Go!
Brano straniero
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RADIO DATE
Autori: Franklin Fisher, Lee Tesche, Matt Tong, Ryan Mahan
Etichetta: Spin-Go!
Genere: Pop
ALGIERS

ANNUNCIANO THE UNDERSIDE OF POWER

IL NUOVO ALBUM PRODOTTO DA ADRIAN UTLEY (PORTISHEAD)
NEI NEGOZI DAL 23 GIUGNO SU MATADOR RECORDS

SVELATO IL PRIMO SINGOLO ‘THE UNDERSIDE OF POWER’

DATE EUROPEE CON DEPECHE MODE & HEADLINE TOUR USA
IN ITALIA BEN QUATTRO DATE FRA CUI UNA DA HEADLINER IN
SANTERIA SOCIAL CLUB

25/6 – Roma, - Stadio Olimpico
26/6 – Milano, - Santeria Social Club
27/6 - Milano, - Stadio San Siro
29/6 - Bologna, - Stadio Rentao Dall’Ara*

"Ebbs and flows between moments of gritted-teeth tension and furious release, its solemn, confession-booth ruminations offset by heart-racing, steeple-toppling rave-ups.” -Pitchfork

"These new songs, seven of them in the end, are fantastic - running the gamut between funk basslines, rolling piano, hissing booms, insidious Vatican shadow rattles and BBC Radiophonic Workshop if they did goth ballads.” -The Quietus

Matador Records è entusiasta di annunciare il secondo album degli Algiers, The Underside Of Power, che sarà pubblicato il 23 Giugno. La band condivide oggi il video diretto da Henry Busby per il primo singolo e titletrack 'The Underside of Power', un pezzo contemporaneamente incendiario e contagioso come se i Suicide incontrassero i Temptations. Guarda il video qui.

Registrato in gran parte a Bristol e prodotto da Adrian Utley (Portishead) e Ali Grant, mixato da Randall Dunn (Sunn O)))), con post-produzione di Ben Greenberg (The Men, Hubble, Uniform), l'album esplora in maniera appassionata e senza compromessi generi quali southern rap, northern soul, gospel, IDM, industrial, grime e italo. Più attuale che mai, The Underside Of Power , che segue l'acclamato debutto omonimo degli Algiers del 2015, tocca argomenti quali oppressione, brutalità della polizia, distopia e le strutture egemoniche del potere. I testi infiammati raccolgono TS Eliot, l'Antico Testamento, The New Jim Crow, Tamir Rice e Hannah Arendt, trasportati su brani viscerali e pieni di soul, momenti meditativi e riflessioni personali.

Divenuti con questo disco una band di quattro elementi, con l'aggiunta di Matt Tong dei Bloc Party alla batteria, il gruppo di Atlanta, Londra e New York City, tornerà in Europa per un tour nelle Arene con i Depeche Mode a Giugno e Luglio oltre a delle date singole da headliner, che saranno poi seguite da un tour da headliner negli Stati Uniti. In fondo si possono trovare tutte le date del tour.

In the dark times,
Will there be singing?
Yes, there will be singing,
About the dark times. (Bertolt Brecht)

We won’t be led to slaughter.
This is self-genocide.
It’s the hand of the people that’s getting tenser now,
And when we rise up... (Algiers)

Questa è la risposta musicale a questi tempi oscuri. Una risposta che non solo alza il pugno ma che lo usa anche. Gli Algiers si rifiutano di stare seduti ad aspettare la rivoluzione, come sembra sia di moda fra tanti artisti contemporanei, e non solo mantengono un senso concreto di obbligo in quello che fanno in questo ultimo lavoro discografico di resistenza, ma riconoscono le radici e le spine della passata resistenza.

Guidati dal vocalist e autore dei testi, Franklin James Fisher, gli Algiers sono cresciuti insieme ad Atlanta e hanno vissuto in prima persona il diffondersi della violenza radicalizzata e istituzionale. Le loro esperienze condivise, e la loro comprensione collettiva di questa crescita di politiche losche, li hanno portati a creare musica insieme, per combattere le onde paralizzanti di frustrazione e disperazione e per far emanare un grido pieno di soul e una chiamata all'azione, il tutto attraverso un beat elettrico.

In apertura del disco, la rivoluzionaria "Walk Like A Panther" contiene un sample di Fred Hampton, attivista delle Pantere Nere assassinato nel 1969, e presenta una realtà alternativa dove Adrian Sherwood produce Yeezus invece di Rick Rubin, con Fisher che urla minacce giustificate attraverso una tempesta sonora. "Death March" fonde post-punk alla tradizione italo-horror, in un tentativo di creare un senso perpetuo e incombente di terrore. La cupa "Cleveland" diventa una vera e propria manifestazione, con i nomi delle vittime di violenza razziale istituzionale come Sandra Bland e Tamir Rice invocate su una base electro beat.

La title track pericolosamente pop trova un confine glorioso fra i Suicide e The Temptations, ottenendo una delle più orecchiabili manifestazioni di indignazione dagli anni 70 ad oggi. Questa particolare canzone rappresenta un potenziale paradosso per gli Algiers, il mantenere un senso di giustizia ribelle attraverso un brano soul pimpante. La band non si preoccupa di questo rischio, "Non importa quale sia il tuo messaggio, non puoi controllare quello che le persone prenderano o non prenderanno da esso," dice Mahan. "L'unica cosa che puoi fare è continuare a buttar fuori cose di sostanza."

Hanno detto del debutto ALGIERS (2015):
"Folgoranti: pochissimi altri di recente hanno saputo raccontare le tensioni nell'aria con tanta ferocia e ricchezza di linguaggio. E nessun altro è andato tanto vicino dall'inventarsi a tale scopo un proprio immaginario sonoro." – RUMORE
"Capolavoro" – ROCKERILLA
"…un disco folgorante, seducente e sinistro, intenso e selvaggio, saturo di fervore militante. L'esordio del momento." – ROCKOL
"Musica al contempo tesa e rassicurante, caleidoscopica a dispetto delle tinte per lo più livide, che viaggia su un binario parallelo a quello dei primi, eccezionali TV On The Radio ma che arriva e conduce in altri non meno stupefacenti mondi. Provare per credere." – BLOW UP

Valerie Lynch