“Fu famosa” sarà in rotazione radiofonica e disponibile online in digitale. Il brano è il primo estratto da l’omonimo album d’esordio in uscita in autunno. (Etichetta e produzione Carpe Diem-Distribuzione Artist First).
Raccontare in musica la realtà di oggi non è cosa facile, soprattutto se si vuole restare in equilibrio tra le storie vere e la leggerezza della forma canzone. Verdì, cantautrice ventiquattrenne al suo primo progetto importante, ma con all’attivo molte interessanti esperienze nel mondo della musica d’autore, sembra riuscirci perfettamente, combinando frizzanti sonorità elettro-pop con testi raffinati che si prestano spesso a molteplici chiavi di lettura.
Le avventure dei suoi personaggi emarginati, “ultimi” ed invisibili agli occhi frettolosi del mondo, emergono con forza grazie al linguaggio estremo e colorato, come dentro fumetti o insoliti cartoni animati.
Immagini fotografiche cantate parlano di attualità, di cronaca, di un mondo guidato dalla tv e dalla brama di successo, sia pure effimero. Spietati ritratti di uomini e donne alle prese con vite complicate, come quello che emerge in Fu Famosa.
“Chi dice fosse cantante, chi attrice importante e chi invece una ballerina pare che improvvisamente fu tutto e poi niente la gloria finì in cantina….” “Dicono fosse elegante marito + amante due anelli con il brillante ora lei sembra distante dal fare arrogante di quando lei fu famosa”
Fu Famosa, così come viene ottimamente narrato anche nel videoclip che porta la firma degli allievi della Scuola Romana di Fotografia e Cinema, è il disincantato ritratto di una star decaduta che, assaporati i fasti del successo ora morde la polvere del declino e dell’oblio. Una storia che fa pensare a una diva del passato, ma che potrebbe essere il destino di chiunque, accecato per un momento dall’onnipotenza della grande popolarità, si ritrova presto nell’anonimato e nella solitudine, senza aver saputo salvare nulla di ciò che veramente conta. Il singolo Fu famosa come gli altri brani dell’album portano la firma di Verdì per i testi e di Stefano Profeta ed Emiliano Duncan per le musiche.
Antonio Laino