Stefano Malatesta: cantautore, musicista, cintura nera di curiosità e viaggiatore.
E, quindi… che il suo nuovo “viaggio sonoro” abbia inizio!
“Non c’è più via di scampo” è il primo singolo che precede l’album “Undicibrani” e sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 20 aprile 2018.
La “prima tappa” è dedicata ad un aspetto, del multiforme mondo musicale di Stefano, che in tanti anni di attività c’è sempre stato ma ha fatto da sfondo a dei progetti che lo vedevano nel ruolo di produttore, autore, chitarrista… insomma di fondamentale spalleggiatore di esperienze (sempre condivise al 100%) che avessero come comune denominare il concetto di condivisione. La canzone “Non c’è più via di scampo”, in un certo qual modo, è il modo con cui Stefano ha deciso di uscire allo scoperto come mai gli era accaduto in passato.
Con disarmante semplicità, il testo del nuovo singolo affronta un tema complesso: l’ineluttabilità dello scorrere del tempo e la presa di coscienza che nulla si può fare per fermarlo. Se Albert Einstein è arrivato a dire con convinzione che “il tempo è un’illusione” è scontato che volendo affrontare il tema, il rischio di non aggiungere nulla di nuovo è pressoché certo ed ancora più certo è lo sguazzare nel mare delle “già detto” (assai bene).
Malatesta, con la convinzione di chi le cose della vita le vuole toccare con mano, ha condiviso in pieno il pensiero di Alda Merini “Devo liberarmi del tempo e vivere il presente giacché non esiste altro tempo che questo meraviglioso istante” e si è buttato nella mischia con la viscerale voglia di non essere frainteso. E ha scritto un testo insieme allo scrittore Bruno Ballardini, su un eloquente giro di blues:
In silenzio passa il tempo
e più forte soffia il vento
e non c’è più, più via di scampo
e non resta niente dentro
Dal ritornello si evince che “Non c’è più via scampo”, ma è proprio per questo che la partita di chi vuole stare su questa faccia della Terra senza essere un semplice figurante e aperta a qualsiasi risultato. Il messaggio è forte e chiaro: quando tutto sembra finito, c’è sempre un varco in cui infilarsi per andare avanti e scoprire sensazioni fino a quel momento sconosciute.
Pochi strumenti, tutti al loro posto, una voce calda e senza alchimie tecnologiche, una chitarra disinteressata ad inutili virtuosismi, tutti uniti per creare una suggestione che non ha bisogno di nulla di più per essere presa e diventare, se si vuole, una “traccia” di una bella colonna sonora personale.
E’ il primo capitolo di un libro sonoro (spesso autobiografico) composto da undici capitoli che, nei prossimi mesi, senza alcuna pretesa, saranno messi a disposizioni di chi ha voglia di ascoltare una canzone e non semplicemente sentirla, di chi è disponibile a soffermarsi su un’emozione e non essere travolto dai ritmi convulsi dell’esistenza, da chi lascia uno spiraglio per arrivare al proprio cuore dimenticandosi che spesso lo stesso è usato come un insostituibile muscolo per continuare a vivere.
Malatesta vola basso con la presunzione che anche da li si può vedere un fantastico panorama.
Buon ascolto.
Valentina Spada