Liquid Spirit è l’album che segna il debutto di Gregory Porter su etichetta Blue Note Records.
Il cd arriva dopo 2 cd su etichette indipendenti acclamati da tutta la critica e che hanno velocemente portato Porter al più alto livello tra le voci maschili del jazz contemporaneo, facendogli guadagnare ben 2 nomination ai GRAMMY.
Don Was, Presidente di Blue Note, ha incoraggiato Porter a proseguire con la sua visione artistica. “mi considero decisamente un jazz singer ma amo il blues, il soul, e il gospel,” dice Porter, “tutti questi elementi si uniscono nel mio modo di fare musica. E li ho sempre sentiti nel jazz.”
Porter si avvale degli stessi musicisti che lo hanno accompagnato nei precedenti dischi – il pianista Chip Crawford, il batterista Emanuel Harrold, il bassista Aaron James, il sax alto Yosuke Sato, il sax tenore Tivon Pennicott. In qualche brano, Porter completa l’ ensemble con il trombettista Curtis Taylor, e l’organista Glenn Patscha. Torna anche il nome del produttore Brian Bacchus, così come l’arrangiatore e produttore Kamau Kenyatta. Porter descrive il “making of” di Liquid Spirit come armonico e omogeneo. “non ho detto, ‘OK, questo è un disco Blue Note, fammi trovare un sound alla Freddie Hubbard ,’” spiega Porter, “non avevo alcun programma con questo cd.”
Porter ha una delle più accattivanti voci baritonali nel panorama musicale odierno. Esprime un’enorme anima che converge sia nell’emozione che nell’intelletto in ogni singola canzone senza peraltro affidarsi alle sole qualità istrioniche della voce. Nate Chinen del New York Times, scrive: “Gregory Porter possiede tutto ciò che si può volere da una voce jazz maschile, e forse persino una o due cose che non avreste mai pensato di desiderare.” La cantante jazz Dee Dee Bridgewater elogia Porter nelle pagine di JazzTimes dicendo, “non avevamo un cantante jazz come lui da tempo. Ed è anche un ottimo autore. Ci racconta storie fantastiche.”
Raffaella Leva